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Vogliamo aspettare 136 anni?

Immagine del redattore: Ambra PISCOPOAmbra PISCOPO

È possibile che la sola leadership “brillante” non basti più: oggi alle aziende serve una leadership etica e inclusiva. Ma cosa significa in concreto e che impatto ha sul gender gap? Immaginiamo una squadra in cui ogni talento è valorizzato, dove le decisioni si prendono con integrità e tutte le voci vengono ascoltate. In uno scenario del genere, le barriere che tradizionalmente frenano le donne – stereotipi, favoritismi, ambienti poco accoglienti – iniziano a sgretolarsi. Una leadership etica ed inclusiva crea proprio questo: un contesto equo in cui ciascuno ha l’opportunità di contribuire e crescere.

Nel mondo del lavoro attuale, sappiamo che il gender gap persiste: basti pensare che globalmente le donne occupano solo circa 1 posizione dirigenziale su 4, nonostante rappresentino quasi metà della forza lavoro​ -weforum.org

.Una leadership non attenta a questi squilibri rischia di perpetuarli o addirittura accentuarli. Al contrario, un leader etico e inclusivo mette in discussione lo status quo e si adopera per rimuovere gli ostacoli al successo di tutti i collaboratori, a prescindere dal genere. Etica, in questo contesto, vuol dire fare la cosa giusta: promuovere la parità di trattamento, la trasparenza nelle decisioni, la responsabilità verso i membri del team. Vuol dire anche saper ammettere gli errori organizzativi (come disparità salariali ingiustificate) e impegnarsi a correggerli. Inclusiva significa invece far sentire ogni persona parte integrante della squadra: il leader coinvolge attivamente uomini e donne nelle discussioni, valorizza prospettive diverse e non tollera comportamenti discriminatori o sessisti nel gruppo.


Perché questo stile di leadership è tanto influente sul gender gap? Proviamo a vedere alcuni effetti pratici. Un manager che pratica la leadership inclusiva si accorgerà, ad esempio, se nei meeting solo gli uomini parlano e le idee delle colleghe vengono ignorate – e interverrà distribuendo equamente la parola, chiedendo il parere di tutti. Oppure, in fase di selezione del personale, si assicurerà che le candidature femminili vengano considerate con la stessa attenzione di quelle maschili, evitando di scartarle per pregiudizi (consci o inconsci). Ancora: un leader etico si batterà per politiche aziendali familiy-friendly, come orari flessibili o telelavoro, che spesso sono decisive nel permettere alle donne di non abbandonare il lavoro dopo la maternità. Questi micro-atteggiamenti quotidiani creano un terreno fertile su cui le pari opportunità possono crescere. Col tempo, più donne riescono a emergere in ruoli di responsabilità, venendo valutate per il loro merito in un contesto equo. L’effetto a catena è potente: le giovani professioniste vedono role model in posizioni apicali e si sentono incoraggiate a puntare in alto a loro volta.

Dal punto di vista organizzativo, i risultati non tardano ad arrivare. Ambienti più inclusivi hanno dipendenti più motivati e fedeli, perché ciascuno sente di poter “essere se stesso” al lavoro. La creatività e l’innovazione ne beneficiano – diverse ricerche mostrano che team con varietà di genere producono soluzioni migliori, grazie alla ricchezza di punti di vista. Non sorprende che le aziende con leadership diversificata e inclusiva registrino performance superiori: inclusione e meritocrazia vanno a braccetto, e quando i migliori talenti (uomini o donne) riescono ad avanzare, l’organizzazione nel complesso vince. Dati di McKinsey indicano che le imprese con più donne nei comitati esecutivi ottengono ROI e margini più alti della concorrenza​


In altre parole, chiudere il gender gap non è solo una questione di giustizia, ma anche di efficienza e successo aziendale.


Veniamo alla leadership etica: come si lega all’inclusione? Pensiamoci un attimo. Un clima aziendale malsano, dove magari “vale tutto” pur di raggiungere i risultati, spesso è terreno fertile per disparità e discriminazioni. Al contrario, un leader che agisce eticamente – con integrità, rispetto, trasparenza – pone fondamenta solide su cui costruire fiducia. I dipendenti sanno che possono contare su valutazioni imparziali, che le promesse saranno mantenute, che c’è coerenza tra i valori dichiarati e le azioni. Questo tipo di fiducia è particolarmente importante per chi appartiene a gruppi storicamente svantaggiati (come le donne in contesti manageriali dominati da uomini): sapere che il proprio leader farà la cosa giusta dà la sicurezza di potersi esporre, di cogliere opportunità senza paura di essere penalizzati ingiustamente. In pratica, l’etica è il prerequisito dell’inclusione. Una leadership priva di etica potrebbe avviare programmi di diversity per facciata, ma finirebbe per tradirli al primo conflitto di interesse; viceversa, un leader etico autenticamente crede nei valori di equità e li difenderà anche quando è scomodo farlo.

Un esempio concreto: un responsabile di funzione si accorge che una sua collaboratrice, ottima performer, viene pagata meno dei colleghi maschi di pari livello. Un leader etico non chiude un occhio per “convenienza di budget”; al contrario, solleva la questione con HR e direzione e si adopera per sanare la disparità retributiva. Allo stesso tempo, da leader inclusivo, parlerà apertamente alla collaboratrice, riconoscendone il contributo e assicurandole il proprio supporto per la crescita futura. L’impatto su quella persona sarà enorme: si sentirà vista, tutelata e motivata a dare il massimo, magari a sua volta diventando ambasciatrice di una cultura inclusiva. Moltiplichiamo queste azioni per decine di situazioni similari – ecco come una leadership illuminata può erodere il gender gap pezzo dopo pezzo, costruendo un ambiente dove il genere non è più un fattore determinante di carriera.

Naturalmente, nessuno è perfetto e il percorso verso una leadership inclusiva ed etica è una sfida continua. Richiede umiltà (ascoltare feedback, anche quando critici), richiede coraggio (sfidare prassi consolidate, prendere posizione contro comportamenti scorretti) e richiede coerenza nel lungo termine. Ma i frutti valgono lo sforzo: si ottiene un team più unito, performance migliori e la soddisfazione di fare la cosa giusta. Si diventa, in sostanza, leader migliori. E non dimentichiamo un altro effetto collaterale positivo: guidare con questi principi ispira altri attorno a noi a fare lo stesso. Manager che vedono i risultati di uno stile inclusivo tenderanno ad emularlo; giovani future leader avranno modelli positivi a cui ispirarsi. Così la cultura si trasforma in maniera sistemica.


COME FARE IN CONCRETO?

1. Shadow Leadership Programs 🏛️

📌 Creare programmi di affiancamento ai decisori per talenti emergenti

Le donne e le minoranze spesso faticano ad accedere alle reti di potere informali. Creare un programma di Shadow Leadership significa permettere ai talenti emergenti di affiancare leader senior nei processi decisionali, osservando e partecipando attivamente. Questo non solo aumenta la rappresentanza, ma favorisce anche il passaggio di competenze e relazioni strategiche.

2. Reverse Mentoring 🔄

📌 Capovolgere i ruoli tradizionali di mentorship per abbattere bias

Invece del classico mentoring top-down, il Reverse Mentoring prevede che giovani professionisti, donne o persone di gruppi underrepresented facciano da mentor ai leader senior su temi di diversità, inclusione e innovazione. Questo aiuta i decision-maker a sviluppare una maggiore consapevolezza dei bias e ad aggiornare il proprio stile di leadership.

3. Transparency & Pay Equity Audits 💰

📌 Implementare la trasparenza retributiva con audit pubblici regolari

Le aziende che vogliono davvero chiudere il gender pay gap dovrebbero effettuare audit annuali sulla parità salariale e pubblicarne i risultati. L’obiettivo è identificare gap ingiustificati e stabilire azioni concrete per colmarli. Alcune aziende innovative stanno implementando politiche di trasparenza totale, in cui stipendi e criteri di promozione sono visibili a tutti i dipendenti.

4. Psychological Safety & Inclusive Feedback Loops 🧠

📌 Creare un ambiente sicuro per esprimere opinioni e segnalare discriminazioni

Un’azienda inclusiva non può esistere senza una cultura della sicurezza psicologica. Questo significa permettere ai dipendenti di esprimere opinioni, segnalare problematiche o errori senza paura di ripercussioni. Si possono implementare strumenti come piattaforme anonime per il feedback, forum mensili di discussione tra leadership e team o comitati interni per l’inclusione con potere reale di proposta.

5. Gamification & LEGO Serious Play for Inclusive Leadership 🎲

📌 Usare metodi di gioco serio per affrontare bias e dinamiche di esclusione

Incorporare strumenti come il LEGO Serious Play® o la gamification nei percorsi di leadership aiuta i team a esplorare inconsciamente le barriere all’inclusione e a creare scenari di lavoro più equi. Questi metodi permettono di far emergere esperienze reali senza il filtro della razionalità, favorendo consapevolezza e cambiamento.

6. Dynamic Job Rotation & Unbiased Promotion Pathways 🔄

📌 Ruotare i ruoli per abbattere stereotipi di genere nelle funzioni aziendali

Spesso le donne e le minoranze vengono incanalate in ruoli di supporto (HR, comunicazione) invece che in funzioni strategiche (vendite, tecnologia). Un sistema di Job Rotation strutturata, in cui tutti i dipendenti passano attraverso diverse funzioni aziendali, consente di scardinare pregiudizi e dimostrare che il talento prescinde dal genere o dall'origine.

7. Leadership KPIs Linked to Inclusion Goals 📊

📌 Legare parte dei bonus dei manager agli obiettivi di diversità e inclusione

Le aziende più avanzate inseriscono KPI di inclusione nei sistemi di valutazione della leadership. Questo significa che il raggiungimento di determinati obiettivi di parità (assunzioni, promozioni, riduzione del pay gap, retention di talenti femminili) diventa un criterio per l’assegnazione di bonus e incentivi ai manager. Un modo concreto per trasformare l’inclusione in una priorità strategica e non solo in un discorso di facciata.

🚀 Costruisci una Leadership Inclusiva e Autentica

💡 Quale di queste strategie potrebbe fare la differenza nella tua azienda? Condividi la tua esperienza nei commenti o scrivici per scoprire come implementare un piano di leadership etica e inclusiva che vada oltre le parole!




 
 
 

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Ambra Piscopo Esempio di Manufatto 3d in Training
Ambra Piscopo

Ambra Piscopo

Sono una coach esperta e facilitatore certificata in LEGO® Serious Play® ideatrice di AGILE PEOPLE ITALIA - la metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® | Workshop LEGO®

Specializzata nell'accompagnare individui e team attraverso processi di crescita personale e sviluppo professionale. La mia passione per l'innovazione e il miglioramento continuo mi ha portato a integrare metodologie creative e partecipative nelle mie sessioni di coaching e workshop, con l'obiettivo di sbloccare il potenziale nascosto e promuovere una comunicazione efficace all'interno delle organizzazioni.

La mia esperienza come facilitatore LEGO® Serious Play® mi permette di guidare i partecipanti attraverso un processo unico e immersivo, dove l'uso di mattoncini LEGO® diventa uno strumento potente per l'esplorazione di idee, la risoluzione di problemi e la costruzione di visioni condivise.

Le mie sessioni di LEGO® Serious Play® sono adatte a una vasta gamma di contesti, inclusi lo sviluppo della leadership, il team building, la pianificazione strategica e l'innovazione. Collaboro strettamente con i miei clienti per personalizzare ogni esperienza, assicurando che gli obiettivi specifici vengano raggiunti e che ogni partecipante lasci la sessione sentendosi energizzato, ispirato e dotato di nuovi strumenti per il successo.

 

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